05/10/2022

COS'Ѐ E COME FUNZIONA UN RIGASSIFICATORE

Rigassificatore, cos'è e come funziona

In Italia sono tre e il loro compito è quello di convertire il gas naturale liquefatto o GNL in forma gassosa permettendone così l'immissione nella rete di distribuzione nazionale. In questo articolo impariamo qualcosa in più sui rigassificatori, sul loro funzionamento e sul ruolo che hanno nel percorso di approvvigionamento di gas naturale.

A cosa serve il rigassificatore

Gli impianti di rigassificazione hanno la funzione di portare il gas naturale liquefatto al suo stato originale gassoso consentendone l'immissione nella rete di distribuzione e, quindi, il suo utilizzo per i consumatori finali.

Il motivo principale per cui il gas viene liquefatto è consentirne il trasporto via nave che, a differenza dei gasdotti, non è conveniente se effettuato con il gas nella sua forma naturale poiché i volumi occupati, estremamente superiori (di circa 600 volte), rendono questa tipologia di trasporto non sostenibile economicamente. La liquefazione del gas risolve il problema ed è poi compito degli impianti di rigassificazione invertire il processo e restituire al gas naturale la sua forma originale.    

Come funziona un rigassificatore?

Una volta che il GNL raggiunge il punto di scarico tramite trasporto navale, viene fatto fluire all'interno dei depositi di stoccaggio dell'impianto di rigassificazione in grado di mantenere il GNL a una temperatura di circa -160°C così da conservare inalterato il suo stato liquido. Successivamente, il gas liquefatto viene riportato allo stato gassoso attraverso uno scambiatore di calore: il processo avviene facendo scorrere il GNL in tubature di capacità sufficiente a consentirne l'aumento di volume completamente immerse nell'acqua marina a temperatura ambiente. 

La differenza di temperatura tra GNL e acqua di mare consente al gas di tornare al suo stato gassoso per poter essere poi immesso nella rete di distribuzione ed essere utilizzato per la produzione di energia. 

Tipologie di rigassificatore esistenti

Esistono ad oggi quattro tipologie di rigassificatori che si distinguono principalmente per la loro posizione:

  • rigassificatori Onshore

  • rigassificatori Offshore GBS (Gravity Based Structure)

  • rigassificatori Offshore galleggianti (FSRU o  Floating Storage Regassification Unit)

  • rigassificatori Offshore Gateway 

Vediamo brevemente nel dettaglio le loro caratteristiche.

Rigassificatori Onshore

Si tratta di impianti costruiti vicino al mare, generalmente all'interno o vicino a grandi zone portuali. Sono dotati di serbatoi in cemento per lo stoccaggio del GNL arrivato via nave e degli scambiatori di calore necessari per la sua trasformazione. 

Rigassificatori Offshore GBS (Gravity Based Structure)

Si tratta di impianti costruiti al largo della costa e sono formati da vere e proprie isole artificiali poggiate sul fondale marino. Il GNL viene scaricato dalle navi metaniere all'interno degli appositi serbatoi di stoccaggio poi poi essere trasformato nuovamente in gas e immesso nella rete di distribuzione attraverso dei condotti sottomarini. 

Rigassificatori Offshore galleggianti (FSRU)

Come per la precedente tipologia, si tratta di impianti al largo della costa: in questo caso però, non esiste una struttura poggiata sul fondale, ma si tratta di vere e proprie navi, ancorate stabilmente al fondo, capaci di convertire al loro interno il GNL in gas per poi immetterlo nella rete di distribuzione tramite condotti sottomarini. Le navi metaniere dedicate al trasporto di GNL scaricano quindi il gas liquefatto direttamente nei serbatoi di queste particolari navi rigassificatrici. 

Rigassificatori Offshore Gateway 

Come per le FSRU, anche in questo caso il processo di rigassificazione avviene sulla nave. A differenza della tipologia precedente, però, in questo caso la nave è attrezzata in modo tale da provvedere sia al trasporto del GNL che alla sua successiva trasformazione in gas e immissione nella rete di distribuzione.