L'arrivo delle giornate più calde porta con sé l'esigenza di rinfrescare gli ambienti di casa per trovare un po' di sollievo: se molti hanno ceduto alla tentazione di installare un impianto di climatizzazione canalizzato o con split, c'è ancora chi preferisce valutare le alternative al condizionatore disponibili per evitare importanti costi di installazione o ridurre i consumi in bolletta. Il ventilatore è sicuramente la prima scelta per chi cerca un modo semplice e pratico per rinfrescare la propria casa.
Vediamo insieme quali tipologie di ventilatore esistono, quando consumano e come capire se questa soluzione può davvero fare al caso nostro.
Esistono diverse tipologie di ventilatore che si differenziano principalmente per la loro potenza, la grandezza dell'ambiente che riescono a rinfrescare e per il modo in cui si installano. In particolare, possiamo avere:
Ventilatori a soffitto, con o senza luce. Questi modelli vengono attaccati al soffitto e possono avere il sistema di illuminazione integrato. Riescono a coprire una superficie piuttosto ampia grazie alle loro ampie pale. Il consumo medio varia in base al modello, alla potenza e all'area che devono coprire, ma mediamente si attesta tra i 30 e 100 W. Il fabbisogno energetico dipende anche dall'utilizzo dell'eventuale luce connessa e da quanto consuma la lampadina utilizzata.
Ventilatori da terra, a colonna o a piantana. Questi modelli sono molto pratici perché possono essere trasportati da una stanza all'altra a seconda del bisogno. I ventilatori a colonna, diffusisi negli ultimi anni, sono molto silenziosi e privi di pale poiché spostano l'aria con un cilindro interno rotante; quelli a piantana tradizionali sfruttano, invece, le classiche pale per generare le correnti d'aria. Il loro consumo si aggira, in media, sui 20-70 W.
Ventilatori da tavolo. Sono i modelli più piccoli e meno dispendiosi in termini energetici. Privi di supporto, sono perfetti per essere posizionati su tavoli o mobili. il loro consumo medio si attesta intorno ai 15-40 W.
La scelta della tipologia di ventilatore migliore dipende innanzitutto dalle proprie esigenze e dalla conformazione degli ambienti: il consumo medio infatti, seppur diverso per i vari modelli, non è un fattore determinante nella valutazione dato che la differenza è piuttosto trascurabile.
Per calcolare l'impatto in bolletta del ventilatore è sufficiente calcolare i suoi consumi. Per farlo, basta moltiplicare la potenza per il numero di ore giornaliere di utilizzo e, quindi, per 30 (se, ad esempio, si volesse stimare il costo mensile); per cui avremo:
50 W potenza ventilatore;
4 ore al giorno di utilizzo;
30 giorni mensili
In totale, nel corso del mese, il nostro ventilatore assorbirà 6 kWh, valore che potrebbe arrivare anche a 18 kWh se ipotizziamo di lasciarlo andare anche durante la notte.
Per ottenere il costo complessivo, sarà sufficiente moltiplicare i kWh consumati per il costo unitario della materia prima applicato dal proprio fornitore luce: se desideri fare un confronto e scoprire quanto potresti risparmiare sulle tue bollette, consulta le offerte luce di Nuovenergie.
Arriviamo dunque alla domanda fondamentale: è meglio scegliere un ventilatore o un condizionatore? Come spesso accade, anche in questo caso non esiste una risposta giusta, ma una serie di pro e contro che, uniti alle esigenze di ciascuno, permettono di fare la scelta migliore. Vediamoli insieme:
Costi di acquisto e installazione. Se parliamo di costi legati all'acquisto e alla messa in opera dei due sistemi di raffrescamento, il ventilatore è sicuramente la scelta più economica poiché l'investimento richiesto è di 10-20 volte meno rispetto a quello necessario per dotare la casa di un impianto di condizionamento;
Consumi energetici. Anche in questo caso il paragone tra ventilatore e condizionatore è a vantaggio del primo. I consumi del climatizzatore sono infatti molto superiori rispetto a quelli del ventilatore e il suo impatto sulla bolletta dell'energia elettrica è maggiore;
Efficienza. In questo caso il condizionatore è la scelta migliore: nonostante i consumi maggiori, la distribuzione uniforme della temperatura in tutta la casa consente di ottenere un ambiente più confortevole ottimizzando i consumi energetici. Al contrario, il ventilatore rinfresca di qualche grado solo l'area in cui è posizionato rendendo necessario un utilizzo continuativo per provare un po' di sollievo;
Utilizzo fuori stagione, la pompa di calore. Un impianto di climatizzazione può consentire di ammortizzare i costi iniziali grazie alla funzione pompa di calore (se prevista dal modello scelto) che consente di ridurre i consumi di gas, soprattutto nelle prime giornate fredde.
Deumidificatore. Questa funzione caratteristica di tutti i condizionatori, permette di rinfrescare la casa rimuovendo l'umidità presente nell'aria, con consumi energetici ridotti. Questa funzionalità è anche ottima per la notte poiché non prevede un flusso d'aria che può essere dannoso per la salute. Inutile dire che i ventilatori non offrono questa possibilità.
Nel complesso non esiste una scelta ottimale, dipende dalle possibilità economiche e dalle esigenze. In linea generale, il ventilatore può essere una buona alternativa al condizionatore per i primi caldi o in ambienti in cui installare un impianto di condizionamento non è possibile o conveniente (ad esempio perché usati solo di rado). Al contrario, il condizionatore ammortizza i consumi superiori con una miglior efficienza, un comfort sicuramente maggiore e la versatilità offerta dalle altre funzioni disponibili.