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17/07/2024

QUANTO CONSUMA UN VENTILATORE E COME INCIDE SULLA TUA BOLLETTA LUCE?

quanto consuma un ventilatore

L'arrivo delle giornate più calde porta con sé l'esigenza di rinfrescare gli ambienti di casa per trovare un po' di sollievo: se molti hanno ceduto alla tentazione di installare un impianto di climatizzazione canalizzato o con split, c'è ancora chi preferisce valutare le alternative al condizionatore disponibili per evitare importanti costi di installazione o ridurre i consumi in bolletta. Il ventilatore è sicuramente la prima scelta per chi cerca un modo semplice e pratico per rinfrescare la propria casa.

Vediamo insieme quali tipologie di ventilatore esistono, quando consumano e come capire se questa soluzione può davvero fare al caso nostro. 

Tipologie di ventilatore e caratteristiche principali

Esistono diverse tipologie di ventilatore che si differenziano principalmente per la loro potenza, la grandezza dell'ambiente che riescono a rinfrescare e per il modo in cui si installano. In particolare, possiamo avere:

  • Ventilatori a soffitto, con o senza luce. Questi modelli vengono attaccati al soffitto e possono avere il sistema di illuminazione integrato. Riescono a coprire una superficie piuttosto ampia grazie alle loro ampie pale. Il consumo medio varia in base al modello, alla potenza e all'area che devono coprire, ma mediamente si attesta tra i 30 e 100 W. Il fabbisogno energetico dipende anche dall'utilizzo dell'eventuale luce connessa e da quanto consuma la lampadina utilizzata.

  • Ventilatori da terra, a colonna o a piantana. Questi modelli sono molto pratici perché possono essere trasportati da una stanza all'altra a seconda del bisogno. I ventilatori a colonna, diffusisi negli ultimi anni, sono molto silenziosi e privi di pale poiché spostano l'aria con un cilindro interno rotante; quelli a piantana tradizionali sfruttano, invece, le classiche pale per generare le correnti d'aria. Il loro consumo si aggira, in media, sui 20-70 W.

  • Ventilatori da tavolo. Sono i modelli più piccoli e meno dispendiosi in termini energetici. Privi di supporto, sono perfetti per essere posizionati su tavoli o mobili. il loro consumo medio si attesta intorno ai 15-40 W.

La scelta della tipologia di ventilatore migliore dipende innanzitutto dalle proprie esigenze e dalla conformazione degli ambienti: il consumo medio infatti, seppur diverso per i vari modelli, non è un fattore determinante nella valutazione dato che la differenza è piuttosto trascurabile.

Consumo ventilatore: scopri come calcolarlo

Per calcolare l'impatto in bolletta del ventilatore è sufficiente calcolare i suoi consumi. Per farlo, basta moltiplicare la potenza per il numero di ore giornaliere di utilizzo e, quindi, per 30 (se, ad esempio, si volesse stimare il costo mensile); per cui avremo:

  • 50 W potenza ventilatore;

  • 4 ore al giorno di utilizzo;

  • 30 giorni mensili

In totale, nel corso del mese, il nostro ventilatore assorbirà 6 kWh, valore che potrebbe arrivare anche a 18 kWh se ipotizziamo di lasciarlo andare anche durante la notte.

Per ottenere il costo complessivo, sarà sufficiente moltiplicare i kWh consumati per il costo unitario della materia prima applicato dal proprio fornitore luce: se desideri fare un confronto e scoprire quanto potresti risparmiare sulle tue bollette, consulta le offerte luce di Nuovenergie.

Ventilatore o condizionatore: cosa scegliere, pro e contro

Arriviamo dunque alla domanda fondamentale: è meglio scegliere un ventilatore o un condizionatore? Come spesso accade, anche in questo caso non esiste una risposta giusta, ma una serie di pro e contro che, uniti alle esigenze di ciascuno, permettono di fare la scelta migliore. Vediamoli insieme:

  • Costi di acquisto e installazione. Se parliamo di costi legati all'acquisto e alla messa in opera dei due sistemi di raffrescamento, il ventilatore è sicuramente la scelta più economica poiché l'investimento richiesto è di 10-20 volte meno rispetto a quello necessario per dotare la casa di un impianto di condizionamento;

  • Consumi energetici. Anche in questo caso il paragone tra ventilatore e condizionatore è a vantaggio del primo. I consumi del climatizzatore sono infatti molto superiori rispetto a quelli del ventilatore e il suo impatto sulla bolletta dell'energia elettrica è maggiore;

  • Efficienza. In questo caso il condizionatore è la scelta migliore: nonostante i consumi maggiori, la distribuzione uniforme della temperatura in tutta la casa consente di ottenere un ambiente più confortevole ottimizzando i consumi energetici. Al contrario, il ventilatore rinfresca di qualche grado solo l'area in cui è posizionato rendendo necessario un utilizzo continuativo per provare un po' di sollievo;

  • Utilizzo fuori stagione, la pompa di calore. Un impianto di climatizzazione può consentire di ammortizzare i costi iniziali grazie alla funzione pompa di calore (se prevista dal modello scelto) che consente di ridurre i consumi di gas, soprattutto nelle prime giornate fredde.

  • Deumidificatore. Questa funzione caratteristica di tutti i condizionatori, permette di rinfrescare la casa rimuovendo l'umidità presente nell'aria, con consumi energetici ridotti. Questa funzionalità è anche ottima per la notte poiché non prevede un flusso d'aria che può essere dannoso per la salute. Inutile dire che i ventilatori non offrono questa possibilità.

Nel complesso non esiste una scelta ottimale, dipende dalle possibilità economiche e dalle esigenze. In linea generale, il ventilatore può essere una buona alternativa al condizionatore per i primi caldi o in ambienti in cui installare un impianto di condizionamento non è possibile o conveniente (ad esempio perché usati solo di rado). Al contrario, il condizionatore ammortizza i consumi superiori con una miglior efficienza, un comfort sicuramente maggiore e la versatilità offerta dalle altre funzioni disponibili